Scade alla mezzanotte del prossimo 31 gennaio il termine per partecipare al premio letterario “Federica–Le parole della vita”, promosso dalla Fondazione Aiom, Associazione italiana di oncologia medica. «Scrivere permette di dar voce alla propria dimensione intima, alle conquiste che molti pazienti sono riusciti a raggiungere e al valore che hanno attribuito al vivere ogni giorno al meglio» dice Stefania Gori, presidente eletto Aiom e direttore dell’Oncologia medica dell’ospedale Don Calabria-Sacro Cuore di Negrar di Verona. «Abbiamo scelto di dedicare il concorso a Federica Troisi – spiega Gori - una giovane donna che ha combattuto la sua malattia con determinazione, talvolta anche con ottimismo, continuando a scrivere, sognare, lavorare, amare e progettare. Una grande donna che ha insegnato a molti “come” affrontare la vita e la malattia».
Il concorso è aperto a pazienti, familiari di malati e operatori sanitari professionali del settore oncologico. La partecipazione è gratuita. È possibile scegliere tra una composizione narrativa (romanzo, racconto, testimonianza, diario, fiaba che dovranno avere una lunghezza compresa fra 10 e 50 cartelle) o poetica (da un minimo di 10 a un massimo di 20 liriche).Le opere saranno divise in due sezioni, una riservata ai pazienti oncologici, l'altra per familiari dei malati e professionisti. La giuria selezionerà le dieci migliori per ciascuno dei due generi letterari (narrativa e poesia) di ognuna delle due sezioni. All’interno di questa doppia selezione verranno premiate le tre migliori opere. Tutte le produzioni letterarie dovranno essere inedite sia al momento dell’iscrizione che al momento della premiazione finale. Le prime tre produzioni letterarie classificate di narrativa e le prime tre classificate di poesia (di entrambe le sezioni) verranno pubblicate in un unico volume. Il primo classificato sia del genere letterario sia di quello narrativo di entrambe le sezioni riceverà un'ospitalità per due persone per un weekend in una struttura turistica veronese. La cerimonia di premiazione avverrà il 21 maggio 2016 nell’Auditorium del Palazzo della Gran Guardia a Verona.
Un successo: prima giornata del Laboratorio di bellezza: Rifiorire con la bellezza SIEPS/LILT Aosta5/1/2016
La SIEPS - Società Italiana di Estetica Professionale e Sociale è partner con la LILT VdA - Lega Italiana per la Lotta contro il Tumore Valle d'Aosta nel progetto di Estetica Oncologica con il laboratorio di bellezza intitolato Rifiorire con la bellezza.
Posted by LILT VdA on Martedì 6 ottobre 2015 di Wissya Santoni - psicologo Psicoterapeuta La Psico-oncologia è un settore della psicologia clinica nato recentemente per occuparsi in modo specifico del disagio psicologico che accompagna la malattia neoplastica. La prospettiva psicosociale in oncologia si sviluppa negli Stati Uniti a partire dagli anni ‘50, quando si costituiscono le prime associazioni di pazienti laringectomizzati, colostomizzati e di donne operate al seno. Presso il Memorial Sloan-Kettering Cancer Center di New York nasce in quegli anni il primo Servizio autonomo finalizzato all'assistenza psicologica del paziente affetto da cancro. In Italia il primo Servizio di Psicologia orientato specificamente all'assistenza al paziente oncologico viene costituito nel 1980 presso l'Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova. La Psico-oncologia fa presente la necessità e rivendica, con pubblicazioni scientifiche internazionali, l’utilità di essere inclusa nella scienza medica. Il suo contributo offre un esempio di come sia possibile sviluppare e realizzare un tipo di assistenza globale in grado di rispondere ai molteplici bisogni del malato oncologico, dei suoi familiari e degli operatori sanitari quotidianamente coinvolti e impegnati nel percorso di assistenza e cura. E’ una materia multidisciplinare che coinvolge, oltre alle culture specificatamente psicologiche e psichiatriche, le esperienze e le innovazioni nel campo dell’oncologia medica, della chirurgia e delle terapie. IL PAZIENTE ONCOLOGICO La reazione del paziente alla diagnosi di cancro va considerata come una risposta a uno shock legato alla minaccia esistenziale che il cancro, a livello simbolico, comporta. Da numerosi Autori (Greer et al., 1979; Pancheri, 1984; Fornari, 1985; Burgess et al., 1988; Costantini e Biondi, 1990.) sono state evidenziate alcune fasi caratteristiche di reazione psicologica alla malattia neoplastica a cui corrispondono specifici meccanismi di difesa, caratteristiche di personalità, stili di coping e capacità di adattamento alla malattia, ivi compresa la compliance terapeutica. Il termine “coping” indica le strategie cognitive, comportamentali ed emotive adoperate dalla persona per affrontare e gestire una situazione stressante, nello specifico, la malattia oncologica. Le differenti modalità comportamentali con cui una persona affronta la malattia sono definite “stili di coping” e si rivelano essere un fattore predittivo importante circa le possibili complicazioni psicopatologiche, la qualità della vita, le conseguenze biologiche - immunitarie e la compliance terapeutica. Tale processo di adattamento o, al contrario, di mancata compliance agli interventi terapeutici, coinvolgono non solo il paziente e il decorso della sua malattia, ma anche il suo nucleo familiare (Parle e Maguire, 1995; Grassi et al., 2003). La patologia oncologica, intesa come evento che incrina un equilibrio omeostatico personale e relazionale, non può essere analizzata esclusivamente dalla prospettiva del malato poiché il nucleo familiare ne viene inevitabilmente coinvolto. All’interno delle dinamiche familiari, al momento della diagnosi di tumore, vengono riconosciute reazioni caratteristiche assimilabili, per alcuni aspetti, a quelle espresse dal paziente oncologico. Anche al sistema familiare viene chiesto di attivare nuovi processi di adattamento e di definire nuovi equilibri sulla base dell’evento malattia e cura. Ne deriva l’importanza fondamentale di una valutazione della famiglia del paziente nei termini di caratteristiche socioculturali, dinamiche ed equilibri intrafamiliari e capacità di adattamento all’evento. L’INTERVENTO DELLA PSICO-ONCOLOGIA La Psico-oncologia lavora prevalentemente sul riconoscimento e sul trattamento della sofferenza psicologica legata alla malattia oncologica non solo nel paziente, ma anche nei familiari e negli operatori sanitari, allo scopo di strutturare un valido intervento di supporto psicologico al paziente e a coloro che si prendono cura di lui. Saper affrontare la malattia oncologica: elementi di psico-oncologiaIl compito dello psico-oncologo si svolge all’interno di svariate fasi: dalla valutazione psicologica al momento della diagnosi di tumore, alla fase del processo di cura, fino, qualora necessario, all’adeguata gestione psicofisica del malato in fase avanzata di malattia e accompagnamento alla morte. Le terapie psicologiche assistono il paziente oncologico in ogni fase della malattia con lo scopo di diminuire in lui sentimenti di alienazione, isolamento e impotenza. Attraverso il trattamento si cerca di ridurre l’ansia, di chiarire percezioni e informazioni errate; si facilitano le persone ad acquisire maggiore responsabilità e rispondenza ai trattamenti medici. In merito a ciò Toscano (2001) sottolinea che le più frequenti espressioni della crisi del paziente oncologico si possano descrivere in: · Rifiuto, come negazione della propria malattia e ostacolo alla compliance in fase terapeutica; · Ansia, come paura della solitudine, della morte, della perdita di capacità fisiche e di isolamento socio-affettivo; · Depressione, come rassegnazione, perdita di motivazioni ed emozioni correlate a un declino psicofisico. L’intervento della psico-oncologia estende il suo campo d’azione attraverso la funzione di raccordo tra il malato oncologico, la sua famiglia e gli operatori sanitari. Gli interventi della psico-oncologia indirizzati alla famiglia del malato oncologico hanno come obiettivo quello di aiutare il sistema familiare a sostenere l’intero processo clinico del paziente, dalla diagnosi fino alla guarigione o al lutto e, in quel caso, di favorirne il processo di elaborazione. In conclusione, va sottolineato un aspetto ormai generalmente riconosciuto in ambito sanitario: l’importanza della relazione tra l’équipe oncologica per la patient satisfaction e per la compliance terapeuta del paziente. E’ dimostrata in letteratura (Grassi, 1993; Sheppard, 1993; Stallard, 1994) l’efficacia di interventi di formazione per l’equipe multidisciplinare che hanno l’obiettivo di affiancare alle competenze tecniche, scientifiche e organizzative, tutta una serie di conoscenze psicologiche utili a gestire efficacemente le dinamiche relazionali, spesso profonde e intense, che si instaurano con i pazienti. Gli operatori sanitari sono impegnati “sul campo”, svolgono mansioni non delegabile a terzi e vengono coinvolti maggiormente a livello psicofisico dalle azioni di cura verso il malato oncologico. Alcune delle tematiche con cui l’équipe curante si confronta quotidianamente sono legate all’angoscia di morte, la perdita dell’identità, del ruolo sociale, personale, familiare e i cambiamenti negativi di vita conseguenti alla malattia. L’IMPORTANZA DI UN PROGETTO DI FORMAZIONE IN PSICO-ONCOLOGIA La formazione in psico-oncologia rappresenta una delle aree che, negli ultimi anni, è stata maggiormente valutata per gli effetti che ha prodotto sia rispetto all’assistenza e alla qualità delle cure nei riguardo dei pazienti, sia rispetto alla promozione della salute delle figure coinvolte nel processo di cura. Spesso le persone che si prendono cura di un malato oncologico si trovano ad affrontare molte difficoltà: il senso di impotenza di fronte alla malattia, la responsabilità della cura, l’esperienza di dolore che provoca angoscia, sconforto e paura. Questa consapevolezza sottolinea la necessità di creare progetti di formazione in cui si possano conoscere le implicazioni psicosociali della malattia oncologica e acquisire un bagaglio teorico ed esperienziale idoneo e specifico per affrontarla. La Società Italiana di Psico-Oncologia (SIPO) ha descritto alcuni obiettivi che le diverse figure professionali dovrebbero raggiungere per il lavoro in ambito oncologico e che possono essere così sintetizzati: Effetti della formazione sulle attitudini lavorative · Sviluppare una percezione positiva del proprio lavoro · Favorire il riconoscimento delle proprie capacità · Ristabilire una sensazione di controllo su alcuni fattori di stress Effetti della formazione sulla qualità delle cure · Favorire una migliore percezione e riconoscimento dei bisogni del malato · Permettere un riconoscimento precoce delle reazioni psicopatologiche del malato · Apprendere delle strategie di intervento per rispondere ai bisogni dei malati · Sviluppare la creatività Tecniche di formazione in psico-oncologia · Discussione di casi · Lezioni teoriche · Giochi di ruolo · Gruppi esperienziali · Sostegno e gestione dello stress In conclusione, la formazione dell’ équipe curante è volta a migliorare le capacità relazionali e comunicative al fine di facilitare gli operatori nella gestione dell’emotività dei pazienti e dei loro familiari e per favorire la qualità della vita personale e professionale dei componenti l’équipe anche per prevenire la sindrome del burn-out. Il presente progetto, rivolto sia agli operatori che ai familiari che si prendono cura del malato oncologico, si propone di accrescere le risorse informative in ambito psico-oncologico attraverso la trattazione di diverse aree tematiche così sintetizzate: · Definizione della Psico-Oncologia · Reazioni psicologiche e capacità di adattamento alla malattia · La cura, la qualità della vita e la patient satisfaction nel paziente oncologico · Valutazione dei principali disturbi psichici del malato oncologico · Principali modelli di intervento psicoterapeutico alla malattia oncologica · Il cancro come evento traumatico del sistema familiare · Gli operatori sanitari e la prevenzione del burn-out. Bibliografia - Amadori D., Bellani M.L., et al. (2002), Psiconcologia, Masson, Milano. - Biondi M., Costantini A., Grassi L. (1995), La mente e il cancro, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma. - Burgess C., Morris T., et al. (1988), Psychological response to cancer diagnosis II. Evidence for coping styles, Journal Psychosomatic Research, 20:795-802. - Costantini A., Biondi M. (1990), Il contributo delle tecniche psicologiche nei pazienti in trattamento antitumorale: l’approccio cognitivo comportamentale. Medicina Psicosomatica, 1:91-102. - Costantini A., Pallotta G. (1992), Psicologia oncologica: dalla teoria alla pratica ospedaliera. In: Biondi M. (Ed). La psicosomatica nella pratica clinica. Il Pensiero Scientifico Editore, Roma. - Fornari F. (1985), Affetti e cancro, Raffaello Cortina Editore, Milano. - Grassi L., Biondi M., Costantini a. (2003), Manuale pratico di psiconcologia, Il Pensiero Scientifico Editore, Roma. - Grassi L. (a cura di), (1993), Il disagio psichico in oncologia, Spazio Libri Editori, Ferrara. - Greer S., Morris T., et al. (1979), Psychological response to breast cancer: effect on outcome. Lancet;2(8146): 785-787. - Greer S. (1991), Psychological response to cancer and survival, Psychological Medicine; 21:43-49. - Pancheri P. (1984), Trattato di medicina psicosomatica, USES, Firenze. - Parle M., Maguire P. (1995), Exploring relationships between cancer, coping and mental health. Journal Psychosocial Oncology; 13:27-50. - Sheppard M. (1993), Client satisfaction, extended intervention and interpersonal skills in community mental health, Journal of Advanced Nursing, 18:57. - Stallard P. (1994), Monitoring and assuring quality: the role of consumer satisfaction surveys, Clinical Psychology & Psichotherapy, 1:233. Fonte dell'articolo: psicologionline.it E 'il messaggio positivo che è stato lanciato nel primo incontro con gli esperti organizzato da donne oggi nel Museo ABC"Tutti i problemi estetici legati al cancro sono risolvibili" è il messaggio positivo che arriva dal Cancer Beauty Care, l'incontro con gli esperti organizzato per Donne Oggi nel Museo ABC. Amarsi, sentirsi bene con se stessi e le coccole sono alcune delle ipotesi chiave nella lotta contro il cancro. I malati di cancro non devono solo subire la diagnosi, possono convivere con la malattia e attraverso i trattamenti estetici affrontarla con coraggio, ma anche imparare ad apprezzare un momento di relax.
Questa è l'essenza dell'Estetica Oncologica, specializzazione riservata ad Estetiste Qualificate, quella di far sì che un soggetto colpito da questa patologia, possa ritagliarsi uno spazio di benessere e soprattutto possa non smettere di avere un aspetto curato affidandosi a Professionisti Competenti e Certificati. Durante le varie fasi dell malattia e delle terapie ad essa correlati. l'Organo Pelle e tutto il sistema pilifero subiscono variazioni ed esiti evidenti .... non solo l'alopecia, ma anche il colorito pallido o itterico, la secchezza e disidratazione della pelle che si presentano a causa dei farmaci, le eruzioni (rash cutanei) e dermatosi spesso frequenti posta radioterapia, e la conseguente sensibilizzazione che quasi costringe il soggetto ad eliminare qualunque forma di cosmetico. Non solo "FARE BELLE LE NOSTRE CLIENTI" ma la la nostra missione è ANCHE EDUCARE ...
AFFIDATEVI AD UN ESTETISTA QUALIFICATA, SPECIALIZZATA E E CERTIFICATA IN ESTETICA ONCOLOGICA Katia Vaccaro Tamara Catona (Estetiste Specializzate, Estetica Oncologica) Pubblicato il luglio 30, 2015 di Io e il Signor H Se perdere i capelli non è stato proprio il massimo, perdere ciglia e sopracciglia per me è stato un dramma. Quando hanno iniziato ad essere sempre meno folte il mio viso ha assunto definitivamente le sembianze della malattia ed io sono andata nel panico. Non era possibile: avevo sempre reagito tranquillamente a tutto e invece questa cosa mi stava buttando a terra… avevo bisogno di trovare soluzioni!
E così ho comprato la prima matita per sopracciglia della mia vita. Ho stressato per un’ora la commessa per scegliere il colore e perché mi mostrasse come usarla. Io mi sono sempre truccata pochissimo e non sapevo proprio da dove iniziare. Adesso, a distanza di tre settimane, devo dire che sto iniziando a prenderci la mano. Ieri sono tornata a comprare la matita perché la prima era ormai finita; la stessa commessa mi ha riconosciuta e mi ha detto che avevo fatto così bene le sopracciglia che per un attimo aveva pensato che fossero tatuate. Ora… io non so se è lo pensava realmente o se lo ha detto al fine di vendermi un’altra matita, ma sono comunque uscita dal negozio estremamente soddisfatta!!! Le ciglia invece sono terribili. Ad oggi me ne sono rimaste 14 (lo so, sono patetica, ma le ho contate) e credo che sia l’unica cosa per la quale non riesco a trovare un rimedio. Finché ne avevo qualcuna in più bastavano una riga di matita e una passata di mascara: non si vedeva assolutamente che le stavo perdendo, che erano meno folte. Ora invece mettere la matita è un’impresa, perché il bordo dell’occhio non è più delineato dalle ciglia e quindi vado tutta storta. Maledizione…! Del mascara invece non ne parliamo neanche… ho provato a continuare a metterlo, ma è servito solo ad accentuare il fatto che mi sono rimasti tre ciuffi tutti spelacchiati qua e là… una roba oscena. Insomma…mi devo rassegnare. Manderò il mio adorato mascara letargo per qualche mese, ovviamente con la speranza di poterlo risvegliare il prima possibile…! Il post originale qui Venti persone con il cancro, soprattutto donne, hanno partecipato al progetto fotografico e video "Sebbene sia per un secondo", in cui sono stati trasformati, mantenendo gli occhi chiusi, da un team di stilisti. Foto di Mimi Fondazione © Vincent Dixon |
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April 2020
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Questo blog, oltre agli articoli di divulgazione, condivide storie e vite di persone che hanno dovuto, o devono, affrontare il cancro e hanno deciso di raccontare la propria esperienza in un blog, scoprendo che parlarne, scriverne è di grandissimo aiuto. Questo blog non è un forum sul cancro, bensì un metablog che raccoglie post apparsi sui blog degli autori, in cui si raccontano esperienze con il cancro. Le informazioni presenti nel sito devono servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. Pur garantendo l'esattezza e il rigore scientifico delle informazioni, SIEPS declina ogni responsabilità con riferimento alle indicazioni fornite sui trattamenti, ricordando a tutti i pazienti visitatori che in caso di disturbi e/o malattie è sempre necessario rivolgersi al proprio medico curante. Patrocini
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